domenica 28 febbraio 2010

There's no place like home


Nuova vita = nuova casa. Un'equazione dal valore indiscutibile. Ancora di più se la casa te la devi cercare e sudare. Ed una volta trovata devi farla respirare per sentirla tua il più possibile. E non è facile! Soprattutto se esci ogni giorno di casa intorno alle 8 del mattino, per farvi ritorno alle 6 di sera se va bene. Sì perché se va male vuol dire che sei intrappolato in un pub -- che a dirla tutta così male non è. Cianciamo le bande, mettiamo in ordine i pensieri e partiamo dal principio: Domenica 21 Febbraio 2010. Benché in possesso delle chiavi da diversi giorni, entro finalmente nella mia nuova casa con l'intento di inaugurare almeno il letto ed il divano. Sì perché nel frigo non c'è granché, dato che tutte le energie sono state concentrate sul trasporto di microonde, bollitore -- in una casa inglese che si rispetti non può mancare, per Dio! --, tostapane -- idem con patate --, pentole, posate etc. Non è stato semplice, e senza l'aiuto del fido Franz sarebbe stato possibile, perché Wilkinson e Saynsbury's sono a circa 10 minuti a piedi da casa. Provate voi a farvi 1 km trascinando tutta questa roba in una sola volta, vi sfido. Ma eccoci alla prima notte. Arrivo, disfo le valigie e mi impossesso dell'armadio. Mi sento come Cristoforo Colombo a San Salvador. Poi carico la lavatrice con i chili di magliette sudice, allestisco un comodino improvvisato con la scatola del microonde e poi a nanna, perché domani si lavora.

Ma ecco la prima avversità. Norman, il mio caro padrone di casa, una specie di filantropo delle Midlands, ha allestito tutto per bene. E' stato veloce ed efficiente. Zelante. Siamo perfino andati insieme a prendere il letto ed ho potuto sceglierlo personalmente. Ha fatto pulire la casa per bene, cambiato le tende e tolto buona parte delle tracce di vite pregresse. Ha pure sistemato la lavatrice che si era rotta qualche settimana prima. L'ha fatta riparare sì. Almeno credevo. La mia opinione cambia quanto frantumo i 200 g di plastica della maniglia alle 8 del mattino, mentre prendo al volo tutti gli stracci possibili per evitare un'inondazione nella casa. Lezione fondamentale: mai forzare la maniglia di una lavatrice. Sto facendo veramente un sacco di esperienza. Ma nel mentre sono tentato all'idea di riconvocare gli angeli del fango fiorentini per togliermi dai guai. Mi armo di buona volontà e con la prontezza di un novello Bertolaso raccolgo tutta l'acqua, mi rimetto in sesto e vado a lavoro.

Riesco miracolosamente ad arrivare in orario al briefing settimanale. Anzi. Arrivo per primo. Anche perché finalmente posso partecipare attivamente, ho anche registrato il mio primo spettro NMR -- protone, carbonio e silicio con un bel Bruker 400 Hz, ooooh yeah! Ed ho solo dovuto premere due tastini del cavolo! A parte i dettagli tecnici, sto facendo dei progressi notevoli e a breve sarò completamente indipendente. E sinceramente non vedo l'ora. Il metting prosegue secondo il solito canovaccio. Chimica per un'ora abbondante e poi cazzeggio. Ovviamente la mia avventura mattutina con la lavatrice domina la scena, ed io sono orgoglioso di aver dato il mio contributo alla parte meramente ludica del meeting settimanale. Poi è il momento di incontrarmi nuovamente con Shaz, uno dei tecnici che mi ha preso in consegna per l'addestramento NMR. Abbiamo anche un 500Hz Cryoprobe, che sostanzialmente emula le performance dei "vecchi" 750 Hz. Roba da fantascienza! Vengo anche avviato all'utilizzo della glove box, assolutamente indispensabile perché anche tracce impercettibili di ossigeno o umidità possono sputtanare il lavoro di giorni e giorni in un attimo. Meglio evitare.

La settimana procede bene. Anche perché sta aumentando molto la sintonia nel gruppo e ci troviamo tutti bene. Soprattutto con Ben e Allie. E' martedì ed andiamo assieme a giocare a Snooker, una sorta di biliardo ma ancora più difficile. Ed io che sono una sega faccio una gran bella figura ovviamente. Mentre Ben e Dave, il post-doc dell'altro gruppo di ricerca del laboratorio B45, si sfidano in un duello epico, io sfido Allie a chi commette più infrazioni. Tempo 30 minuti e mi implora di finire lì la partita. Uno spettacolo pietoso. Raggiungiamo un accordo: la prossima volta andiamo solo a vedere giocare gli altri e ci concentriamo sulla birra. Affare fatto. Ma nella mattinata mi sono aggiudicato con Ben i biglietti per i campionati europei di Snooker a Sheffield e non vedo l'ora.

L'altro avvenimento importante della settimana arriva il Giovedì, quando tutti i lavoratori del B45 vanno a vedere il sensazionale spettacolo del Circo Cinese, atto conclusivo dei festeggiamenti per il Capodanno Cinese, che celebra l'inizio dell'anno della Tigre. Minchia. Paghiamo £2.50 ma ne vale veramente la pena, dato che lo spettacolo è per il 90% sensazionale. Il restante 10% è sì sensazionale, ma in un modo diverso. Infatti dopo averci abbindolati con lottatori di kung-fu, acrobati e contorsionisti, ecco che si presenta un simpatico ometto con due specie di trombette. Parte una base che ricorda Felicità di Albano&Romina, ed il nostro uomo si lancia in una serie di fraseggi improbabili. Oltre allo scarso gusto -- tutto cinese -- a condire il tutto c'è il suono terribile di queste trombette: un incrocio tra un peto ed un kazoo. La platea è composta da qualche centinaio di persone, la maggior parte cinesi, i quali sono esaltatissimi per questo spettacolo e vanno in visibilio al suono della loro trombettina con gli occhi a mandorla. Ma questo spettacolo ricorda la Corrida -- quella di Corrado -- ed io inizio a sentire una fitta al diaframma. Sto morendo dalle risate e devo esplodere. Ma gli inglesi sono tutti impettiti, paurosi di esternare il loro sgomento. Tutti tranne una persona. E' Vicky. Incrociamo gli sguardi, vedo un tremolio sul labbro superiore, gli occhi bagnati, rossore pronunciato e fronte corrugata per il dolore. Non ce la fa più. Esplodiamo in una risata fragorosa e quasi sveniamo. I cinesi non si curano di noi, sono troppo esaltati per lo spettacolo. La platea anglosassone è invece divisa. Ma noi ridiamo come degli indemoniati. Dopo dieci minuti di delirio possiamo finalmente respirare.

L'ultimo giorno di lavoro è un'agonia, e non vedo l'ora che finisca. Sento una stanchezza devastante e alle 17.30 mi fiondo con buona parte del gruppo al solito Johnson. Divoro il mio Ja Burger e parto con le Ale. Saranno veramente tante, grazie soprattutto all'aiuto di Dave. Lui è gallese, ed in TV c'è Galles - Francia, valida per il 6 nazioni. Sono stato a Cardiff nel 2001 per tre settimane. Odio la Francia. Odio i Francesi. Sono l'idolo di Dave. Questo porta ad avere 3 Titanic ed 1 Black Sheep nello stomaco in poco tempo. Per la cronaca il Galles viene quasi massacrato. Arriva anche Allie e ci segue nella nostra serata. Poi Dave ci abbandona, perché domattina ha lezione di guida -- 28 anni e niente patente. Allora con Allie si va al Salutation, dove c'è Ben ad aspettarci. E lì si continua, stavolta a suon di Bishop's Farewell. In totale le pinte saranno 7 alla fine, e quando ci raggiunge Vicky siamo tutti fritti. Ma lo è anche lei, e forse più di noi. E volano parole grosse quando viene fuori l'argomento Mario Kart. Ci sono i presupposti per una sfida epica, dato che la Wii in questo momento è in viaggio tramite corriere UPS. Vicky sei morta.

1 commento:

  1. Azz'...e noi pensavamo fossi andato là per lavorare.
    Comunque non ti preoccupare, sei sempre nei nostri pensieri e sappiamo che ci guardi da lassù.
    E vedi di tenere alto il nome della sardegna se giochi a Mario Kart, non farci fare figuracce.
    Un bacio chimico de 'sta cippa!!!

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